La vita scorre… Passa… Come l’acqua del fiume…Non puoi fermarla, scivola tra le dita, inarrestabile. A volte veloce e limpida, gonfia l’alveo in piena, potente e rombante… A volte invece arranca strisciante tra le rocce e la melma nel letto in secca, vuoto d’acqua e di emozioni… Ma spesso siamo assenti allo scorrer della nostra vita, annoiati seguiamo sognanti, nella mente, lo scorrere di altri fiumi, di altre vite, ma non della nostra che passa comunque inesorabile… E sì, la vita è una cosa difficile da vivere… Solo i bambini sanno cos’è la vita… Io li ho veduti abbassarsi e inseguirla, snidarla nelle tane delle lucertole, sdraiarsi e rotolarcisi dentro… Sì, per vivere davvero bisogna abbassarsi, accettare la propria natura e rotolarcisi dentro imbrattandosi… Ritrovare il legame antico con la terra… Madre terra… La vita e la terra sono unite da un legame misterioso e indissolubile, crescendo ci si allontana dalla terra, si perde il contatto con la realtà e spesso il contatto con la propria vita viene meno perché c’è sempre altro da fare: sogni da inseguire, miserie da dimenticare… Ma alla fine si ritorna alla terra; inesorabilmente torniamo ad unirci a lei per sempre. In fondo vivere sarebbe così facile, basterebbe respirare più profondamente, basterebbe riuscire ad accettarsi, basterebbe esserci. Ma adesso basta… Perdonate queste mie sterili riflessioni da dilettante della vita… Torniamo a noi, dunque dicevo… Così, come fiumi più o meno in piena, anche i personaggi di questa vicenda corrono pensando di essere liberi di andare… Dire… Fare… Baciare… Per sempre… Scorrono inconsapevoli di essere costretti in un corso ben preciso e definito in quanto obbligati affluenti del grande fiume del destino nel quale andranno a riversarsi in luoghi e tempi diversi ma già prestabiliti… E ora, qui, troviamo il messo imperiale che, immerso nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni, giunge sul luogo dell’eccidio prendendo, disgustato, atto dei fatti…Rimase colpito alla vista di quei corpi riversi nel fango, rigidi e fermi nelle ultime pose che la morte aveva scelto per loro e crudelmente imposto.